Diplomata all'Accademia di belle arti di Firenze, risiede in Francia. Ha lavorato per tre anni presso una Organizzazione intergovernamentale, l'
Unione latina. Tiene una conferenza presso l'
E.N.A.. (Parigi), sul futurismo di cui uno dei concetti di fondo è quello della percezione simultanea. L'interesse che porta al tema della relazione dell'uomo con i « luoghi in cui vive » appare già.
Il suo lavoro esplora principalmente il rapporto che unisce gli esseri umani ai loro luoghi di vita, dallo spazio individuale a quello sociale, così come l’attenzione alla memoria intesa come un ponte necessario per comprendere il passato, cogliere il presente e immaginare il futuro.
« È rispondendo a un bando per l'Immobilière 3F per un servizio sulla memoria di un sito destinato a scomparire (in periferia di Parigi), e grazie alla serie "Stanze" realizzata in parallelo al reportage, che l'importanza di usare la fotografia mi è sembrata una necessità. » Finalista del premio
HSBC (2010), laureata del Premio Roger Thérond de l’Image documentaire (Sète, 2011), Coup de cœur de la Bourse du Talent (2011), Coup de cœur Eurazeo (2012).
Da allora, effettua diverse residenze di artista e la fotografia, cosi come il materiale sonoro registrato, sono diventati parte integrante della sua vita e della sua ricerca. Lavorare con la testimonianza le permette di infondere l’emozione nella storia raccontata.
Anche nel contesto di atelier o workshop (Mep, Centro d’arte di Gwinzegal, ambito scolastico...), sono questi stessi temi che vengono trasformati in modo ludico. Corpo, spazio, movimento, tre realtà che possono articolarsi all’infinito e suscitare tanti interrogativi quanti sono i contesti.
Da diversi anni, parallelamente al suo lavoro, sviluppa anche dei « dispositivi » fotografici partecipativi. Il bisogno di interrogare il reale e la questione dell’altro, insieme alla riflessione sul ruolo del fotografo e sulla sua forma di impegno nella società, l’ha portata verso progetti in cui l’individuale e il collettivo si intrecciano a favore di una modalità di ripresa meno volontaristica. L’intenzione resta stabile: mettere a confronto una dimensione intima con un sentire universale. (Hôpital Louis Mourier, Colombes; Centre socio culturel les Fossés Jean, Colombes; Rencontres d’Arles 2015 per Leica Camera; Rencontres d’Arles 2016; Hôpital Bretonneaux, Parigi; Collège Jean Vilar, La Courneuve; Collaborazione con Musa Decima nel mondo aziendale; Festival Fictions Documentaires 2018, Carcassonne; Hôpital Beaujon, Clichy...)
« L'autofotografia, (termine coniato da uno dei miei studenti durante la presentazione del Prix de la Daac al Jeu de Paume) è nata in seguito a un workshop di lunga durata svoltosi nel 2012 con giovani in procinto di abbandonare la scuola presso il collegio Jean Vilar di La Courneuve. È stato allora che ho progettato la Boîte, una sorta di studio mobile e modulare. »
La fotografia solleva sempre un interrogativo : che abbia la vocazione di portare una visione poetica o uno sguardo critico, che tocchi l'intimo o il sociale.